Analisi aria

Biology Consulting svolge attività finalizzate all’approfondimento delle varie tematiche inerenti la sicurezza alimentare anche nell’ambito igienistico-industriale,  seguendo l’evoluzione dei cicli produttivi 2) individuando tempestivamente i fattori di rischio insiti nei processi lavorativi 3) suggerendo strategie di controllo per ridurre a livelli accettabili i rischi di esposizione 4) promuoverendo la formazione e l’informazione dei lavoratori.

Tra le diverse tematiche biologiche affrontate, il monitoraggio microbiologico degli ambienti di lavoro con lo studio della qualità dell’aria  ha rappresentato sicuramente l’impegno più rilevante.

Per tale motivo è emersa la necessità di uniformare, all’interno della Consulenza, le procedure ed i criteri di campionamento della flora microbica ambientale, nonchè i criteri di valutazione della qualità microbiologica dell’aria negli ambienti di lavoro, sulla base dell’esperienza maturata direttamente sul campo e della copiosa letteratura scientifica disponibile in materia.

Si è ritenuto opportuno standardizzare dei protocolli di acquisizione dei campioni e di messa in coltura dei microrganismi in laboratorio, nonché per l’unificazione dei criteri di lettura e di interpretazione dei risultati ottenuti. Ciò ha permesso alla Biology di accreditare con Accredia la “Conta lieviti e muffe”, “Conta microrganismi a 22°C”, “Conta microrganismi a 37°C” per i “ Supporti da campionamento aria ambienti indoor “.

I campionatori dell’aria utilizzati al fine del monitoraggio della contaminazione batterica negli ambienti di lavoro sono tarati periodicamente secondo le specifiche costruttore.

Si eseguono campionamenti passivi e attivi su l’intero territorio regionale e/o nazionale  tramite i campionatori SAS di proprietà di Biology Consulting per la “Conta di Legionella”, i microrganismi sopra indicati e altri agenti microbiologici.

Inoltre il personale tecnico formato e specializzato, esegue, su richiesta,  la tipizzazione delle muffe tramite microscopia ottica, stereomicroscopia e colorazione specifica.

 

IL RISCHIO BIOLOGICO

La prevenzione e la protezione dagli agenti biologici sono trattate, a livello normativo, nel D.Lgs. 81/08, titolo X e successive modifiche (D.Lgs. 106/09). Il decreto si applica alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato il pericolo di esposizione ad agenti biologici. Già con il D.Lgs. 626/94 gli agenti biologici erano stati classificati in base alla loro pericolosità valutata in termini di: infettività, patogenicità, trasmissibilità e neutralizzabilità. Tale classificazione, però, non tiene conto dei fattori che possono modulare la risposta all’esposizione nei lavoratori e nella popolazione in generale.

L’azione patogena svolta dai microrganismi è principalmente di tre tipi:

  • azione infettiva, svolta da batteri, protozoi, virus, muffe e lieviti (ad es. Legionella pneumophila, Aspergillus fumigatus ecc.);
  • azione allergizzante, sostenuta da actinomiceti termofili, da microfunghi (Aspergillus, Alternaria, Penicillium, Aureobasidium, ecc.), protozoi (Naegleria gruberi, Acanthamoeba ecc.) o metaboliti microbici. In questo caso i soggetti esposti manifestano riniti, sinusiti, asma, alveoliti o febbri, descritte come Organic Dust Toxic Syndrome (ODTS). La pericolosità delle azioni infettive e allergizzanti non è legata solo alla presenza dell’agente patogeno, ma anche all’entità dell’inquinamento ambientale e alla maggiore o minore sensibilizzazione degli esposti;
  • azione tossica, svolta da metaboliti quali endotossine, micotossine e 1-3 ß-D-glucani. Le endotossine sono costituenti della parete cellulare dei batteri gram negativi, la cui principale azione è collegata all’induzione di febbre e alla necrosi tissutale. Le micotossine hanno un effetto citotossico e sono sintetizzate da alcune specie di funghi, in determinate condizioni di temperatura, umidità o di substrato. Altri metaboliti, quali gli 1-3 ß-D-glucani (costituenti delle spore fungine) possono, invece, dar luogo a risposte infiammatorie e immunologiche.

 

Negli anni ’70 è stata descritta anche un’altra patologia nota come “sindrome dell’edificio malato” (Sick Building Sindrome, SBS), nelle cui manifestazioni l’inquinamento microbiologico potrebbe giocare un ruolo determinante. Questa sindrome raggruppa un insieme di sintomi aspecifici, quali: irritazione degli occhi, secchezza delle vie respiratorie, cefalea, sonnolenza, eritemi e pruriti cutanei. Ancora oggi non esistono correlazioni certe tra l’insorgenza della SBS e la contaminazione microbiologica, ma alcuni studi hanno rilevato che in edifici caratterizzati da SBS, Penicillium spp. rappresenta il 70-100 % dei miceti riscontrati, a differenza dell’ambiente esterno ove predominano altri generi fungini (ad esempio Cladosporium).

 

Per gli agenti biologici, la difficoltà di valutare l’entità dell’esposizione rende la misura della contaminazione ambientale un elemento determinante nella valutazione dell’esistenza del rischio biologico. Inoltre, a differenza di quanto avviene per le sostanze chimiche, nel caso degli agenti biologici, non sono stati definiti limiti di contaminazione utilizzabili come valori soglia; non ci sono, quindi, riferimenti oggettivi in base ai quali gestire i risultati ottenuti dal monitoraggio ambientale.

 

Gli agenti microbiologici presenti nell’aria, sono aerotrasportati sotto forma di bioaerosol, legati a polvere, particelle liquide o altri contaminanti naturalmente presenti (emulsioni oleose, polvere di legno, ecc.), con conseguente rischio, per i lavoratori, di esposizione per via inalatoria, per contatto con superfici e oggetti contaminati o per ingestione.

 

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE

I microrganismi aerodiffusi hanno, alla stessa stregua degli inquinanti chimici classicamente misurati, potenziali effetti nocivi sulla salute degli individui. Tutte le tipologie di microrganismi possono essere presenti nell’aria e sulle superfici: batteri, funghi e protozoi, così come alcuni virus capaci di resistere in un mezzo esterno. Tramite l’aria si diffondono, inoltre, particelle di origine microbica (tossine, frammenti di cellule, allergeni, composti organici volatili) e vegetale (polline).

Biology Consulting prima di effettuare un campionamento microbiologico in un ambiente di lavoro svolge un sopralluogo per valutare se il tipo di attività lavorativa svolta comporta l’uso deliberato di microrganismi o una potenziale esposizione agli agenti biologici ed individua le fasi lavorative a rischio. Il sopralluogo è utile anche per raccogliere informazioni essenziali per poter stilare un protocollo di campionamento dettagliato, in cui vengono elencati i biocontaminanti da campionare, le tecniche analitiche da utilizzare, la durata del campionamento, il numero e la localizzazione dei siti dove effettuare il monitoraggio.

Inoltre acquisisce, tramite letteratura scientifica, eventuali informazioni circa l’esposizione ad agenti biologici nel settore lavorativo in esame. Nel caso di attività lavorative che comportino un uso deliberato di agenti biologici, si procederà al monitoraggio di tali agenti, che consentirà anche la verifica dell’adozione di corrette procedure operative da parte dei lavoratori e di idonee misure di contenimento ambientale per evitare la diffusione degli agenti biologici. Per le attività nelle quali invece, la presenza di microrganismi, eventualmente anche patogeni, non sia evitabile anche se non c’è uso deliberato, è utile l’applicazione di indici di contaminazione (per esempio enterobatteri e salmonelle come indici di contaminazione fecale negli impianti di trattamento delle acque reflue), che consentono di valutare la salubrità dell’ambiente di lavoro anche senza ricercare lo specifico patogeno eventualmente presente. Per quegli ambienti di lavoro, come quelli indoor (uffici, scuole etc.) per i quali la presenza di agenti potenzialmente patogeni può essere considerata accidentale, la valutazione della carica microbica totale (funghi e batteri) è usualmente sufficiente. Per attività lavorative nelle quali il rischio connesso alla presenza di agenti biologici è di natura allergica oltre che infettiva, è molto utile affiancare ai campionamenti degli agenti biologici anche la ricerca di allergeni di origine microbica.

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